La nostra storia

QUALE CAMBIAMENTO?

La nostra storia

Viandante sul mare di nebbia - Caspar David Friedric

Viandante, sono le tue orme

Il sentiero, e nient’altro;

viandante, non c’è sentiero,

diventa sentiero l’andare.

Antonio Machado


L’Associazione GenerAzione Salute nasce i primi mesi del 2020 da un gruppo di psicologi iscritti all’ultimo anno della Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute della Sapienza di Roma.

La Psicologia della Salute è una disciplina che raccoglie al suo interno molte correnti indipendenti della psicologia, che negli anni hanno contribuito a costruirne il pensiero. Nel suo campo di intervento “aspira a rappresentare il punto di vista della psicologia in quanto scienza rispetto alla salute e ai suoi problemi” (Braibanti, 2002).

In particolare, tra gli anni ’70 e ’80 la psicologia viene chiamata a contribuire a ridisegnare le politiche sanitarie, sulla scia di una trasformazione del panorama epidemiologico dei paesi occidentali e dell’insostenibilità economica dei sistemi di cura fondati sul modello biomedico (Braibanti, 2015). In questi anni la rappresentazione della salute comincia a delinearsi come bene comune della collettività tutta, non più come caratteristica meramente individuale; vengono valorizzati il ruolo centrale e la partecipazione attiva degli individui nei processi di cura e prevenzione (e più avanti di promozione) in costante relazione con i gruppi e le organizzazioni sanitarie (Zani, Cicognani, 2000).

Sull’onda di questo cambiamento culturale, nel 1998 viene costituita la Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute dell’Università Sapienza di Roma, dall’impulso del Professor Mario Bertini. L’intenzione è quella di rilanciare il tema della salute e di proporre un cambiamento di paradigma, da un “modello malattia”, sostanzialmente biomedico derivante da un’epistemologia riduzionista, verso un “modello salute”, aperto ad una visione complessa e dinamica dell’individuo e della comunità, orientato allo studio e alla promozione delle dimensioni del benessere più che alla cura e alla prevenzione del malessere.

Per operare una trasformazione epistemologica, passando da quella che Bertini (2012) chiama “scienza della malattia” ad una “scienza della salute”, è necessario un lavoro di ricerca empirica sistematica per l’individuazione delle dimensioni del ben-essere e dei suoi indicatori, senza tralasciare la dinamica evolutiva della loro promozione. Il futuro della Psicologia della Salute potrebbe avere tale direzione (Bertini, 2012).

Questa proposta di rinnovamento scientifico e culturale ha attraversato l’intera formazione professionale dei componenti dell’associazione, che hanno studiato, respirato, vissuto e sperimentato personalmente tutta la forza creativa e l’energia propulsiva di idee e di forme di pensiero che si fanno strada nelle comunità e nei contesti attraverso relazioni autentiche e in continua evoluzione.

Nodo centrale di questa formazione è certamente il concetto stesso di Salute.

Secondo la definizione fornita nel 1948 dall’OMS, “la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l’assenza di malattia o infermità”.

Nonostante la definizione risalga alla metà del secolo scorso, le scienze mediche e psicologiche faticano ancora a farla propria, continuando a concepire la salute come assenza di malattia, con tutto ciò che ne consegue. La proposta di Bertini  consiste nel superare la logica di un’alternativa tra salute e malattia, accettando invece la possibile co-presenza di tali processi.

Un funzionamento ottimale si può individuare quindi nell’integrazione adattiva del rapporto tra le dimensioni. Una concezione di questo tipo è sicuramente più complessa, ma anche più vicina all’esperienza umana in cui “il sorriso si mescola al pianto di fronte ad una notizia clamorosamente positiva … nello sguardo velato di melanconia, al tramonto in riva al mare, si nasconde un vissuto positivo di speranza” (Bertini, 2012).

Nella direzione descritta, la salute assume le connotazioni di una presenza attiva e processuale, che ha a che fare con la possibilità di mantenere un senso di coerenza e di significato rispetto ai cambiamenti e alle sfide dell’ambiente. La salute, in quest’ottica dinamica, favorisce l’opportunità, anche in una situazione di malattia, di prendere una posizione attiva, responsabile e unica per ogni individuo, che consente un cambiamento, a volte anche drammatico, ma spesso profondamente evolutivo nella storia della persona.Nel gioco dinamico tra individuo e ambiente, anche la distinzione tra “normale” e “patologico” richiede una rilettura: per Canguilhem (1966), autore molto amato dagli psicologi della salute, si può definire sano un individuo capace di mantenere “un margine di tolleranza nei confronti delle infedeltà dell’ambiente”, attraverso la propria capacità di attribuire significato al mondo e alle proprie esperienze, costruendo una narrazione rispetto alla sua storia e alle sue relazioni. Si passa, quindi, dal considerare la salute come una “normalità normativa” al promuovere la costruzione di una “varietà delle normalità” (Guerra, 2002; 2008).

Questo cambiamento di sguardo influenza inevitabilmente la pratica del lavoro dello psicologo, che ha l’obiettivo di promuovere la salute, quindi “muovere verso” il futuro, far lievitare potenzialità.

Alla base del lavoro dello psicologo della salute possono essere sintetizzati alcuni fondamenti metodologici (Bertini, 2012):

- la visione dinamico-evolutiva coglie il movimento attivo e costruttivo della persona e dei contesti e, a differenza del modello malattia, il cui obiettivo è un “muovere indietro” (una restitutio ad integrum), “ha in sé un’intrinseca disposizione alla speranza”;

- l’approccio co-costruttivo riequilibra la relazione tra psicologo e cliente verso la collaborazione paritaria e l’empowerment, facendo leva sul concetto di mutualità, la possibilità cioè di una relazione in cui i bisogni di libertà e di dipendenza, apparentemente antitetici, si incontrano pienamente;

- l’approccio sistemico concepisce “la persona nel contesto” come unità di analisi, valorizzando la complessità delle relazioni sistemiche.

L’ ampliamento di sguardo verso i contesti include anche un’attenzione nuova alle dimensioni economiche, valoriali, culturali e politiche. L’obiettivo di interventi promotivi è quello di contribuire alla creazione di società salutari, capaci di sviluppare e mantenere condizioni di salute. In questo senso, la promozione della salute è finalizzata a creare opportunità di incontro, a sviluppare legami di fiducia e supporto reciproco, a promuovere la partecipazione ai progetti di interesse collettivo (Braibanti, 2015).

Lo psicologo della salute, come viene inteso qui, cerca di tenere insieme queste dimensioni integrandole, nel momento in cui si trova con una persona, un gruppo o un contesto.

L’immagine che adottiamo per descrivere chi chiede aiuto è quella di un “viandante”, secondo la metafora cara a Mario Bertini (2012). Un deviante è qualcuno da riportare su un’ipotetica retta via, ma viandante è colui che esplora il mondo nella sua piena responsabilità e unicità, con la possibilità di essere affiancato per un tratto di strada dallo psicologo, che si porrà come facilitatore nel processo di costruzione di un cammino inedito.


Riferimenti bibliografici:

Bertini, M. (2012). Psicologia della salute. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Braibanti, P. (a cura di) (2002), Pensare la salute, Milano: Franco Angeli.

Braibanti, P. (Ed.). (2015). Ripensare la salute. Per un riposizionamento critico nella Psicologia della Salute. Milano: Franco Angeli.

Canguilhem, G. (1966). Le normal et le pathologique, PUF, Paris; trad. it. Il normale e il patologico. Torino: Einaudi, 1998.

Guerra, G. (2002), Strategie di intervento psicologico nelle strutture sanitarie”, in P. Braibanti (a cura di), Pensare la salute, FrancoAngeli, Milano.

Guerra, G. (2008). Paradigmes, projets, représentations du sujet dans les pratiques cliniques. Cliniques Méditerranéenne, 77, 63-76.

Zani, B. & Cicognani, E. (2000). Psicologia della salute. Bologna: Il Mulino.

World Health Organization. (1946). World Health Organization International Health Conference. New York.

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